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Associazione Tecnici Agricoli
Convivio 10/11/2011
Il ruolo tecnico, professionale e imprenditoriale della donna nel mondo agricolo

Futuro

di Per. Agr. Manuela Solieri

Vorrei portarvi a Modena, in Largo Garibaldi. Sì, partiamo da qui, dalla Fontana dei Due Fiumi, Panaro e Secchia, opera dell’artista modenese Giuseppe Graziosi (1879-1942). Panaro rappresentato da una statua maschile che versa acqua da un orcio e sorregge sopra le spalle un ramo d’albero, a rappresentare probabilmente le temute piene del fiume, e Secchia, una statua femminile che porta sulla spalla un fascio di spighe, a simboleggiare la fertilità portata dal fiume alle terre irrigue, e un grosso rospo sotto il piede che simboleggia l’arrivo delle acque in pianura.

Il fiume Secchia rappresentato da una donna che lavora. Niente di strano visto che nei disegni e nelle stampe di Graziosi sono presenti numerosi soggetti legati al mondo rurale.

Quattro opere di Giuseppe Graziosi con soggetti rurali.

Il contributo della donna all’attività agricola è sempre stata una realtà del nostro territorio.

Con il primo conflitto mondiale si assiste ad una frattura dell’ordine famigliare e sociale. Le donne svolgono per la prima volta lavori tradizionalmente inconsueti per loro: spazzine, tranviere, barbiere, direttrici d’orchestra. Nelle campagne ci fu un ampliamento dei compiti e dei ruoli delle donne. In numeri: su una popolazione di 4.8 milioni di uomini che lavoravano in agricoltura, 2.6 furono richiamati alle armi, quindi nei campi rimasero attivi solo 2.2 milioni di uomini sopra i diciotto anni, più altri 1.2 milioni tra i dieci e i diciotto anni, contro un totale di 6.2 milioni di donne superiori ai dieci anni. Inevitabile fu l’occupazione femminile degli spazi riservati agli uomini che portò ad un aumento delle ore di lavoro, delle responsabilità e a svolgere compiti ritenuti pesanti come la manovra delle macchine agricole. Alla fine della guerra il rientro nei ruoli tradizionali sembrava contribuire al senso di pace e sicurezza. L’esigenza di trovare un lavoro per i reduci spinse al licenziamento rapido e completo delle donne dalle occupazioni che avevano ricoperto. Nel 1921 le donne occupate in agricoltura erano 3 milioni. La retorica dominante era quella che prescriveva alle donne il rientro nei ranghi, nei ruoli famigliari, nei compiti procreativi e materni. La morte di milioni di uomini, il relativo calo della natalità, alimentarono politiche di sostegno di incremento demografico che in Italia furono fatte proprie e sviluppate con particolare forza dal fascismo.

“Sono convinto che le donne italiane, da che è scoppiata la guerra, abbiano dato un esempio meraviglioso di patriottismo, di abnegazione e di intelligente energia. Confido che alle molte benemerenze acquistate vorranno aggiungere quest'altra, non meno degna delle loro virtù: di non complicare i già numerosi, urgentissimi e gravissimi problemi della guerra e del dopoguerra risollevando inopportunamente e prematuramente la questione dei diritti della donna.”

Luigi Federzoni. Parlamentare nazionalista.

Le donne hanno sempre lavorato e in questo modo hanno contribuito al bilancio famigliare. Allora eccole impegnate nella mietitura, fatta tutta a mano e braccia, sotto il sole battente, indossando l’abito che le copriva di più, con una vecchia camicia da uomo e le manichette, gambe riparate da due paia di pesanti calze , un fazzoletto legato al collo e un altro piegato a triangolo sulla bocca per potersi riparare dalla polvere e dalle punzecchiature di spighe e insetti. Così si immergevano in quel mare giallo da cui emergevano soltanto le schiene piegate e i larghi cappelli di paglia. Oppure, ancora, immerse per intere giornate con l’acqua fino alle ginocchia nelle risaie piemontesi e lombarde per trapiantare il riso e per strappare le erbacce che ne soffocavano la crescita. Il lavoro delle mondariso durava circa quaranta giorni, nei mesi di maggio e giugno. Questa forma di lavoro così faticosa è stata praticata fino alla fine degli anni ’50, inizio ’60, finché macchine agricole e diserbanti chimici hanno eliminato l’utilizzo del lavoro manuale.

Col passare del tempo cambiano le condizioni economiche e sociali sia per gli uomini che per le donne, migliora lo stile di vita, aumenta la scolarizzazione, le possibilità di lavoro sono buone, il benessere è sempre più presente e il continuo avanzamento delle innovazioni tecnologiche proietta nel futuro anche il mondo agricolo.

Tecnologia, progresso, innovazione, ....... , quote rosa.

Ho un esempio di quota rosa che posso riportare. Una donna che può essere considerata molto moderna, nota a livello europeo, che, oltre alla sua lingua madre, conosce il francese e il tedesco. Originaria delle nostre zone, figura della politica, proprietaria e imprenditrice di terreni a diversa vocazione produttiva, pone una particolare attenzione all’idrografia territoriale e alle località situate in posizioni che possono risultare strategiche. Le viene riconosciuta la capacità di decisione e di gestione.

... “Aumentò in numero armi, volontà e vassalli, profuse il proprio principesco tesoro, causò e condusse battaglie. Se dovessi citare ad una ad una le opere compiute da questa nobile signora, i miei versi aumenterebbero a tal punto da divenire innumerevoli come le stelle”.

Matilde di Canossa (1046-1115).

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Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Modena